3 – 4 – 5 – 6 Settembre 2022
Il Santuario della Madonna Nera del sacro Monte di Viggiano, in provincia di Potenza, è il più importante ed uno dei più antichi della Lucania. La sua storia risale all’inizio della predicazione del Vangelo nelle città romane di Grumentum e Venusia.
Alla caduta dell’Impero Romano la regione passa sotto la dominazione bizantina; lo stesso nome di Basilicata, dal greco Basileus re, lo indica. Sono i Monaci Basiliani, che vengono dall’Asia Minore per sfuggire alle persecuzioni contro il culto delle Immagini, ed alla invasione araba, a portare nell’Italia meridionale il culto e la devozione alla Madonna, con le tipiche Icone bizantine.
Con tutta probabilità la statua della Madonna dal volto olivastro è scolpita intorno al 500 d.C. per essere venerata nella cattedrale di Grumentum con il titolo di S. Maria Assunta.
In tre successive incursioni, i Saraceni assediano la Città, fino alla sua completa distruzione nel 1050. Dalle “Memorie Grumentine-Saponariensi” scritte nel 1736 dal Notaio Niccolò Ramaglia di Saponara e rimaste tuttora inedite, sappiamo che «quella poca gente che dal barbaro furore ebbe scampo» si disperdono fuggiaschi per i monti. Anche il Vescovo ed il Clero fuggono, portando con sé la Statua dell’attuale Madonna di Viggiano, particolarmente cara alla popolazione, e pensano bene, nel corso della fuga, di farla nascondere sulla vetta del monte, luogo maggiormente sicuro per la sua conservazione.
Qualche secolo dopo, sconfitti i Saraceni, e tornata la normalità nella regione con l’arrivo dei Normanni, giunge il momento di andare a riprendere sul monte la sacra Immagine. Sicuramente qualche famiglia di profughi di Grumento, rifugiati in Viggiano, ha conservato la notizia del nascondimento della Statua che viene ritrovata grazie all’apparizione di fuochi che compaiono sistematicamente in un determinato luogo.
È facile immaginare la grande gioia dei testimoni di quel ritrovamento, soprattutto perché constatano che la Statua si è conservata intatta, anche se sotterrata a poca profondità, senza particolari accorgimenti, avvolta in un semplice sudario. Festosamente viene portata in Viggiano e collocata in una prima chiesa chiamata di “Santa Maria del Deposito”.
La pietà popolare in seguito costruirà un’altra chiesa sulla Vetta, nel luogo del ritrovamento. Entrambe le chiese sono poi sostituite nel Cinquecento e nel Settecento dagli attuali Santuari.
Sorge così la tradizione di festeggiare la Madonna due volte all’anno: la prima domenica di maggio quando dal Santuario di Viggiano la Statua nell’urna settecentesca viene portata sulla Vetta dove rimane quattro mesi, e la prima domenica di settembre, quando dal monte ritorna in Viggiano.
L’Immagine originaria, rinvenuta sul Monte, consta solamente, come confermano i recenti restauri, del busto e del volto bellissimo di colore olivastro, dai lineamenti molto addolciti, che viene sistemato in una prima Statua policroma. Sono gli Spagnoli nel milleseicento, a sistemare definitivamente la Statua, con una perfezione rara, sul modello identico alla loro Madonna di Monserrat, aggiungendovi, sulle ginocchia, il Bambino Gesù benedicente, con in mano il globo del mondo. Anche nella mano destra della Vergine è posto il globo, a significare il suo titolo di Regina, mentre l’altra mano è aperta a proteggere come Madre i suoi figli. Rivestita di oro zecchino la sacra Immagine rappresenta la Gran Madre di Dio, la Teothocos dei Greci.
Nel 1890, la venerata Statua è solennemente incoronata per autorità di Papa Leone XIII, e 75 anni dopo Papa Paolo VI proclama la Madonna del Sacro Monte di Viggiano, Patrona e Regina della Lucania. La Bolla papale così sintetizza la devozione alla Madonna Bruna di Viggiano: «È noto che nel territorio delle diocesi di Potenza e Marsico esiste un Tempio Sacro, quasi augusta reggia, carissimo a tutto il popolo della Lucania, dedicato alla Beatissima Madre di Dio Maria SS.ma del Sacro Monte di Viggiano. Ivi infatti si trova il Simulacro venerando, immagine per antichità e bellezza dell’Augusta Vergine, reggente il Fanciullo Gesù; tale Simulacro, come viene assicurato, fu trovato prodigiosamente indicato da una fiamma celeste, sul vicinissimo Monte, che è tra i più alti monti della Lucania; e Maria SS.ma sotto lo stesso titolo, dato a Lei ed insieme al tempio ed al luogo, fu sempre proclamata e venerata come Patrona e Regina di tutta la Regione».